Shaky Shaky di Daddy Yankee è la strana storia di un brano diventato virale, e famoso, ancor prima di essere pubblicato. Con un’abile e riuscitissima operazione di marketing, il pezzo dell’artista portoricano, dalla cadenza caraibica, è stato anticipato da una battente campagna resa virale dai video dei fan con tanto di hashtag #ShakyShaky. Questa “epidemia” nata quasi per caso ha contagiato molto velocemente anche Nicky Jam, J Balvin, Farruko, Zion & Lennox che non si sono sottratti al challenge dando grande visibilità a questa track che ascolteremo milioni di volte.
Shaky Shaky é un reggaeton composto in 4/4 con 88 bpm da Daddy Yankee e Urba & Rome, che sono anche i produttori dell’attesissima traccia rilasciata con l’etichetta Cartel Records. Secondo il reguetonero portoricano, i testi sono stati improvvisati durante una sessione di registrazione.
Shaky Shaky si appresta ad infrangere molti record
La linea di basso della tastiera è basata sulla chitarra elettrica del singolo Murder She Wrote di Chaka Demus & Pliers, pubblicato nel 1992.
Vale la pena ricordare che lo stesso Daddy Yankee ha creato una campagna per i suoi follower invitandoli a registrarsi ballando al ritmo di “Shaky Shaky” e caricare il video con l’hashtag #ShakyShaky.
Questo rilascio stempera un po’ di tensione creatasi attorno al nome del reguetonero portoricano che è stato al centro di un’indagine del “Centro de Periodismo Investigativo de Puerto Rico” (CPI) che ha fatto i conti in tasca a Ramon Ayala, ma soprattutto alle società che fanno capo a lui, evidenziando delle non indifferenti incongruenze. Tutto questo nella settimana dello scandalo Panama Papers.
Ascolta qui sotto Shaky Shaky di Daddy Yankee (3:52):
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